Cosa sono i chip?
Tecnicamente, i chip[1] rappresentano l’alloggio fisico in silicio dei circuiti integrati che costituiscono il “sistema nervoso centrale” di quasi tutti i prodotti elettronici che utilizziamo per elaborare, archiviare e trasmettere dati: partendo dallo smartphone dal quale quasi sicuramente state leggendo questo articolo, passando dagli elettrodomestici presenti nelle vostre case, arrivando persino (ed oggi in larga misura) alle automobili.
Generalmente, con il termine chip ci si riferisce all’intera struttura di cui sopra.
Un mercato particolare
Anni addietro il comparto era caratterizzato da un’elevata ciclicità e da una redditività piuttosto scarsa, dovuta alla velocità evolutiva delle nuove tecnologie e alla forte competizione. Oggi, benché permanga una certa ciclicità, si registra invece una certa stabilizzazione nel tasso di crescita dei ricavi.
È importante notare come in questo settore si sia delineato un monopolio: Taiwan Semiconductor (ticker TMSC), di fatto, è la società responsabile di produzione e fornitura di oltre la metà del totale dei chip nel mondo. Il produttore appena citato, insieme a pochi altri colossi operativi nei paesi di Taiwan e Corea del Sud, supera una quota di mercato del 90%.
L’arrivo del Covid-19, andando a stressare questo (geograficamente parlando) collo di bottiglia produttivo, ha giocato un ruolo fondamentale nell’emergenza industriale che viene definita come chip shortage: letteralmente, carenza di chip.
I settori più colpiti
Indubbiamente, quello automobilistico. Ci piaccia o meno, viviamo nell’epoca delle auto con strumentazione digitale (sembra inesorabilmente pensionato il buon vecchio tachimetro analogico[2]), alimentate a tecnologie ibride, prossime alla guida autonoma[3]. Diversi produttori leader a livello mondiale tra i quali Mercedes, BMW, TESLA, VolksWagen, FORD, la neonata Stellantis hanno dovuto prendere provvedimenti forzati chiudendo temporaneamente le fabbriche; la conta delle mancate entrate è già stimata in diverse decine di miliardi di dollari.
Ma non è soltanto l’auto a risentire della mancata consegna dei semiconduttori; Apple ha già annunciato che, sebbene le vendite record dei propri iPhone, questa situazione si tradurrà in mancati profitti di circa quattro miliardi di dollari; Samsung, nonostante sia tra le poche società a potersi vantare di essere sia utilizzatore che produttore di chip, ha annunciato a sua volta la previsione di una perdita di fatturato per la stessa ragione. “È una lotta là fuori e devi essere in contatto quotidiano con i tuoi fornitori. Devi assicurarti di essere importante per loro”, ha dichiarato su Bloomberg Television l’amministratore delegato di Nokia, Oyj Pekka Lundmark.
Intel: il ruolo di Europa e Stati Uniti
Una possente valvola di sfogo per la congestione attuale del settore potrebbe essere fornita dalla nascita di due mega fabbriche di Intel, locate in Germania e Arizona; secondo l’agenzia Reuters, il CEO della multinazionale statunitense ha richiesto alle amministrazioni di “prendere in mano il proprio destino”, pianificando un investimento in termini di incentivi pubblici rispettivamente di 8 miliardi di euro e di ben 20 miliardi di dollari in USA, prospettando un binomio carenza di chip – crescente domanda che andrà protraendosi ben oltre qualche trimestre. I due Paesi sono adesso chiamati a prendere importanti decisioni in merito, decisioni che potrebbero in qualche modo influire sul futuro di diverse migliaia di persone: marginalmente per quanto riguarda il ripercuotersi dello shortage sull’aumento dei prezzi dei prodotti al consumo, radicalmente in termini di generazione di nuovi posti di lavoro.
Alessandro Vannelli - PQL
[1] In elettronica, minuscola piastrina di silicio sulla quale, dopo opportuni trattamenti fisico-chimici, vengono costruiti, con un procedimento fotolitografico, gli elementi di un circuito integrato monolitico anche molto complesso che, da solo o in collegamento con altri circuiti analoghi, può svolgere tutte le funzioni e le operazioni necessarie per elaborare l’informazione (chip di memoria, chip di microelaborazione). Fonte: Enciclopedia Treccani.
[2] Curiosamente, la faccenda ha causato degli sporadici quanto temporanei dietrofront. È il caso di Stellantis: sul modello attuale di Peugeot 308, verranno sostituiti i tachimetri digitali i-Cockpit con quelli analogici riconoscendo ai clienti uno sconto di 400 euro sul prezzo dell'auto. Nei giorni scorsi un portavoce del Gruppo ha spiegato come questo fosse il modo più semplice per aggirare l’ostacolo per la produzione.
[3] Il concetto di auto a guida autonoma si sviluppa su 5 livelli in ordine crescente: dalla semplice assistenza del guidatore in termini di indicazioni operative, alla presa effettiva dei comandi della vettura rendendo il conducente un mero spettatore.
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