Tra i patrimoni riconducibili ad alcuni degli uomini più ricchi del pianeta, si annoverano fortune costruite nei decenni e fortune che invece sorgono e svaniscono nel giro di una stagione.
Prima di affrontare l’anno che verrà (che presenta prospettive più interessanti di quanto si possa credere) con la corretta impostazione, trovo opportuno metabolizzare definitivamente i numeri del 2022. In particolare, trovo interessante misurarne gli effetti: vediamone alcuni finanziariamente rilevanti (provando a contestualizzarli, per quanto il tentativo di rendere il contributo breve e leggero mi consentano di farlo).
Wall Street e dintorni
L’America ha archiviato il 2022 con le seguenti performance:
Quello che è accaduto sull’asset class obbligazionaria è stato in tutto il mondo un evento profondamente impattante; tuttavia, questo passaggio ha segnato l’inizio del percorso verso il ritorno alla normalità (tradotto: se presto soldi a qualcuno mi viene pagato un interesse, non il contrario) consentendo nuovamente la costruzione di portafogli più efficienti anche nelle componenti a minor volatilità.
Di questo grafico (nel quale si rimarca l’eccezionalità del 2022 che si aggiudica la settima posizione tra gli anni peggiori dell’ultimo secolo) ho sempre apprezzato particolarmente l’immediatezza visiva: si nota subito come la distribuzione dei rendimenti sia spostata verso destra, a significare che gli anni positivi sono significativamente più frequenti e marcati rispetto a quelli negativi.
Nel frattempo, Elon Musk è diventato il primo uomo nella storia a “perdere” $200 miliardi - con Tesla che ha ceduto oltre 2/3 di capitalizzazione - passando lo scettro di uomo più ricco del pianeta ad Arnault e famiglia (gruppo LVMH). Nota: nonostante l’ultimo anno, Tesla ha comunque quadruplicato il proprio valore rispetto a 5 anni fa!
Non se la sono passata meglio i vecchi “FAANG” (che tuttavia come dato aggregato continuano a performare +40% rispetto a 5 anni fa):
Introducendo l’argomento cryptovalute, Coinbase (passata da un prezzo di circa $250 per azione a circa $35), riflette il sentiment generale di mercato nonché lo specifico clima di sfiducia generatosi nel mondo crypto. Tuttavia, ancora una volta risulta curioso guardare un po’ indietro per trovare una certa distorsione nella percezione della realtà rispetto alle valutazioni di mercato in periodi di particolare stress: basti pensare che nel 2018 la società è stata valutata $8 miliardi e adesso quota circa $9 miliardi (nel frattempo però: revenues 2018 vs 2022 $520m - $3.3b; users 2018 vs 2022 22m – 101m; assets on platform 2018 vs 2022 $11b - $101b). Brian Armstrong (COIN co-founder and CEO) ha sofferto una svalutazione di oltre 2/3 del proprio patrimonio netto.
Cryptovalute
Secondo Forbes, da Marzo 2022 17 tra i più benestanti crypto-investitori hanno perso collettivamente una cifra stimata intorno ai $116 miliardi di patrimonio personale (15 di loro hanno perso oltre il 50% della propria fortuna). Impossibile non dedicare una menzione a parte a Sam Bankman-Fried (anche noto come SBF), il quale si è distinto per l’attitudine criminale che l’ha portato a creare e successivamente far implodere FTX, il secondo (all’epoca) più grande exchange di cryptovalute a livello mondiale; SBF è tuttora agli arresti domiciliari in attesa che i fatti a lui imputati vengano interamente ricostruiti e definiti con precisione.
Tra le principali cryptovalute in termini di capitalizzazione di mercato, queste sono state le performance registrate nel 2022:
Alla luce degli avvenimenti del 2022, quello delle crypto si conferma un settore profondamente acerbo (sotto tutti i punti di vista) ma ancora altrettanto promettente per gli obiettivi che si propone di raggiungere nei prossimi anni.
Uno sguardo al resto del mondo…
Conclusioni
Ancora una volta, una riflessione su tutte risulta imprescindibile: attenuazione del rischio specifico (ottenuta tramite stringenti principi di diversificazione e risk management) e corretto orizzonte temporale (deciso in maniera consapevole rispetto alle proprie condizioni e che risulti coerente con i propri obiettivi) ricoprono un ruolo fondamentale in sede di pianificazione finanziaria.
Alessandro Vannelli – PQL
[1] Google Analytics è un servizio web gratuito fornito da Google (con una quota di mercato superiore all’85%) che consente di analizzare nel dettaglio diverse statistiche riguardanti i visitatori di un sito web (sostanzialmente dati, dati e ancora dati; che fine facciano poi questi dati, ancora non è ben chiaro a nessuno). A causa della poca trasparenza nella gestione e nell’utilizzo dei dati raccolti, molti paesi EU hanno bannato tale servizio.
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