Nella complessità che governa la vita nel mondo moderno, un termine ha guadagnato particolare risonanza nell'ambito di affari e tecnologia: disruption. Questo concetto non rappresenta soltanto una parola alla moda (come l’oramai oltremodo abusata “resilienza”), ma incarna una forza potente che, nel corso del tempo, ha trasformato settori, modelli di business e la concezione stessa di innovazione.
Il termine disruption deriva dal latino "disrumpere", che significa spezzare o interrompere. Clayton Christensen, professore di Harvard Business School, ha introdotto questo concetto nel suo libro del 1997, "The Innovator's Dilemma" descrivendolo come un processo attraverso il quale un prodotto o un servizio innovativo sconvolge un mercato esistente, spesso scuotendolo e trasformandolo in modi imprevedibili e incontrovertibili. In altre parole, l’aggettivo disruptive descrive quindi nuove tecnologie o idee che, infiltrandosi in un settore consolidato, creano un cambiamento radicale nelle dinamiche competitive.
Brevi cenni storici ed alcuni esempi celebri
a) Rivoluzione industriale (1760): uno dei più grandi momenti disruptive nella storia dell’uomo è stato proprio l'avvento di macchine a vapore, produzione meccanizzata e nuove tecnologie di trasporto; l’industria si è trovata trasformata radicalmente, passando da metodi di produzione artigianale a processi industriali su larga scala.
b) Transizione fotografia analogica/digitale (anni '90): l'industria fotografica si è completamente rivoluzionata quando gli apparecchi digitali hanno reso obsolete le tradizionali macchine fotografiche a pellicola, portando a una scomparsa graduale dei laboratori di sviluppo fotografico e al boom della digitalizzazione.
La storia del declino di Kodak è un esempio emblematico di come un gigante industriale possa scomparire: un tempo leader nel mercato della fotografia (anni ’70-’80), questa azienda ha subito una crisi devastante nel passaggio dalla fotografia analogica a quella digitale. Nonostante fosse stata tra le prime a sviluppare una macchina fotografica digitale (1975), l'azienda ha esitato ad abbandonare il modello di business basato sulla vendita di pellicole e stampa fotografica. Negli anni '90, con la crescente popolarità della fotografia digitale, Kodak ha subito perdite significative di quote di mercato; la sua incapacità di adattarsi rapidamente al cambiamento tecnologico e di capitalizzare sulle nuove opportunità digitali l’ha portata al declino quando, nel 2012, Kodak ha dichiarato bancarotta, segnando la fine di un'era. La società non è riuscita a trasformarsi in un'azienda orientata alla tecnologia digitale in modo tempestivo, perdendo terreno rispetto a concorrenti più agili e innovativi.
c) Musica digitale contro industria discografica (fine anni '90): l'introduzione di file MP3 e di servizi di condivisione di file come Napster, hanno causato una significativa ed irrompente innovazione nell'industria musicale. Le case discografiche tradizionali hanno dovuto adattarsi al nuovo paradigma digitale, con la diffusione di piattaforme di streaming come Spotify che, in seguito, hanno ulteriormente ridefinito il modo in cui la musica viene distribuita e consumata (nonché i modelli di retribuzione e tutela degli artisti).
d) Rivoluzione telefonica (inizio anni 2000): gli smartphone hanno completamente trasformato settori come le telecomunicazioni, la fotografia, la navigazione e la comunicazione. Aziende che non si sono adattate al cambiamento, come i produttori di telefoni cellulari tradizionali, hanno subito pesanti perdite di mercato.
Research in Motion, un tempo nota per la commercializzazione dei celebri BlackBerry, perse competitività a causa di ritardo tecnologico, mancata innovazione e concorrenza da parte di Apple con il suo prodotto di punta, l’iPhone; nel 2016 gli utili crollarono, portando a un abbandono ufficiale della produzione di smartphone e una transizione verso software e servizi, segnando la fine della storia di quest’azienda nel mercato della telefonia.
e) Blockchain e criptovalute (2008): l’introduzione di questa nuova tecnologia e di Bitcoin, ha creato un nuovo paradigma nel settore finanziario. La decentralizzazione e la sicurezza offerte dalla blockchain hanno il potenziale per rivoluzionare l'intero sistema finanziario tradizionale.
L'impatto della disruption negli ecosistemi aziendali e nel contesto socio-economico
L’innovazione è capace di trasformare profondamente il panorama aziendale, portando a una rivalutazione costante dei modelli di business esistenti: le imprese devono dimostrarsi agili e pronte ad abbracciare il cambiamento in modo rapido ed efficace per rimanere competitive.
La tecnologia è spesso il catalizzatore principale della disruption: l'avanzamento rapido di tecnologie emergenti come intelligenza artificiale, internet of things e blockchain, ha il potenziale per trasformare radicalmente settori come sanità, logistica e finanza. L'adozione di queste tecnologie può infatti portare, tra le altre cose, a miglioramenti significativi nell'efficienza e nella personalizzazione dei servizi.
La disruption non si limita al solo ambito aziendale, ma permea anche la società e l'economia in generale: automatizzazione e IA, ad esempio, hanno il potenziale per modificare in modo significativo il mercato del lavoro, creando nuove opportunità e al contempo sollevando preoccupazioni legate alla perdita dei “vecchi” posti di lavoro.
Conclusioni
In un mondo caratterizzato da rapida evoluzione tecnologica e cambiamenti incessanti, la disruption è diventata la nuova normalità. Affrontarla richiede dunque apertura al cambiamento e approccio adattivo: le imprese devono essere pronte a esplorare nuove idee, ad adottare tecnologie emergenti e a riconsiderare costantemente i loro modelli di business, abbracciando, stimolando e comprendendo l’innovazione al fine di avere maggiori probabilità di prosperare.
Alessandro Vannelli – PQL
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